Page 7 - sette itinerari
P. 7
chelangelo del quale rimane la parte absidale e la cupola la più grande opera in muratura mai realizzata.. In seguito il Maderno eresse la facciata e trasformò, per ordine del papa, la pianta della chiesa da croce greca a croce latina divisa all'interno in tre navate. La superficie complessiva della basilica è di 22.067 . All'interno la navata centrale è lunga 26 metri, alta 46.1 m, il transetto è lungo 154.8 m. La cupola è alta 136 metri e ha un diametro di 42.56 m. La prima basilica, voluta dall'Imperatore Costantino, fu consacrata dal pontefice Silvestro 1° nel 326 e giunse a compimento nel 349.1 primi interventi di restauro avvennero durante il pontificato di Niccolò V°, che su consiglio dell'architetto Leon Battista Alberti, de- cise il rifacimento e l'ampliamento della zona absidale, incaricando nel 1454 Bernardo Ros- sellino, [1409-1464] collaboratore dell'Alberti. Nel 1455 morto il papa il cantiere venne sospeso e ripreso sotto Paolo 11° ma a decidere la ricostruzione della basilica fu successi- vamente Giulio 11°. I lavori di ampliamento incominciarono il 18 aprile 1506 e vennero affi- dati a Donato Bramante. Sia il pontefice che l'architetto morirono poco dopo l'inizio del restauro e per dirigere il progetto venne chiamato Raffaello che si avvalse della collabora- zione di Giuliano da Sangallo. Impegnati in diversi periodi per la realizzazione di altre opere, i due architetti si alternarono alla guida del restauro con Baldassarre Peruzzi e Michelan- gelo che impostarono però il progetto in un altro modo, poiché avvenne un vero e proprio scontro di pensiero e di stile, tra una pianta a croce greca, sostenuta da Michelangelo, Bal- dassarre Peruzzi e lo stesso Bramante, e una pianta a croce latina, teorizzata da Raffaello e Antonio Sangallo il Giovane. Alla morte di tutti i contendenti intervenne Paolo V°, impo- nendo la croce latina, rielaborazione che fu affidata a Carlo Maderno. La basilica fu com- pletata nel 1614, consacrata e aperta al culto il 18 novembre 1626. Gianlorenzo Bernini fu inizialmente incaricato per la realizzazione dell'ampia scalinata a tre livelli, ai cui lati sono col- locate le due statue di S.Pietro e di S.Paolo. Gianlorenzo inoltre inventa una piazza ellittica circondato da un colonnato quadruplo e raccordata alla basilica da due bracci leggermente divergenti; all'interno ci progetta il baldacchino, alto 29 metri. La cupola è comunque un'in- venzione di Michelangelo: la calotta è a doppio guscio, divisa da nervature in sedici spicchi; alla morte dell'artista l'opera fu terminata da Giacomo Della Porta e Domenico Fontana, men- tre il Vignola aggiunse le due cupole laterali con funzione semplicemente decorativa. DAL POTERE DEL PAPATO A QUELLO DELLO STATO VI° itinerario Il Quirinale Il colle Quirinale è una delle alture di Roma costituita da un massiccio collinoso, diviso dal Pincio a N per mezzo della Valle Sallustiana, e dal Viminale a S per mezzo della Valle di Quirino, poi di S. Vitale. Il nome Quirinale, dunque, ha finito per indicare l'intero colle che in realtà era distinto in quattro alture: Collis Latiaris, Collis Mucìalis o Sanqualis, collis Saluta- ris e Collis Quirinalis. Il collis Quirinalis ebbe grande importanza strategica e fu saldamente fortificato fin dall'età più antica; in seguito fu compreso nella cinta muraria della città, detta serviana (IV sec. a.C). Secondo i dati archeologici e documentari il collis Quirinalis corri- sponderebbe all'area compresa tra la porta Collina della cinta serviana e la via delle Quat- tro Fontane (dove va collocata la porta Quirinalis ); il collis Salutaris tra questa e via della Dataria (corrispondente alla porta Salutaris ); il collis Mucialis tra questa e Largo Magnana- poli (dove era la porta Sanqualis); il collis Latiaris tra questo e la sella che collegava in ori- gine Quirinale e Campidoglio, sella tagliata poi per volere dell'imperatore Traiano per la costruzione del suo foro. Il quartiere si connotò fin dall'età repubblicana come area insedia- tiva di tipo aristocratico, particolare connotazione conservata anche in età imperiale; molte la residenze signorili tra cui quelle di Pomponio Attico, amico di Cicerone, della Gens Flavia, dei Claudi, di Fulvio Plauziano; tra gli abitanti del colle le fonti letterarie ricordano il poeta Mar- ziale.